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”Il mondo è cambiato. Lo sento nell’acqua. Lo sento nella terra. Lo avverto nell’aria.”. Così diceva la voce di Galadriel nei primi minuti de “Il Signore degli Anelli - La Compagnia dell’anello”.
Se Galadriel fosse su LinkedIn, forse direbbe lo stesso anche adesso, perché in effetti il mondo che conoscevamo, soprattutto il mondo digital, è cambiato, e lo avvertiamo quotidianamente.
C’è un senso di ansia, di disorientamento e a volte persino di frustrazione nelle conversazioni che avvengono ogni giorno nel mondo di chi lavora nella comunicazione, nel marketing, ma non solo.
Lo abbiamo avvertito molto bene partecipando, il 30 ottobre, al Supernova Agencies di Wethod in H-Farm, dove l’IA ha permeato gran parte degli speech dei relatori.
L’intelligenza artificiale ha sparigliato le carte, lavorando su direttrici inedite, con paradigmi nuovi, che in parte dobbiamo ancora capire del tutto. Ogni settimana abbiamo a che fare con nuovi tool, motori sempre più potenti, annunci di investimenti in IA mastodontici. Sentirsi sopraffatti è, forse, inevitabile.
Intendiamoci, è innegabile che tutti questi strumenti rappresentino un’opportunità: quella di lavorare meglio, più velocemente, in modo più efficiente, con meno costi. Ma il ritmo vorticoso a cui vediamo evolvere queste tecnologie ci pone di fronte allo scomodo interrogativo: tra quanto il mio lavoro sarà svolto da una IA?
La domanda aleggia non solo nella mente dei professionisti riguardo il proprio lavoro, ma anche nelle agenzie e nei dipartimenti marketing delle aziende.
Nessuno è esente.
Mentre il CEO di Nvidia dice che i prossimi miliardari saranno idraulici ed elettricisti, necessari a creare l’infrastruttura necessaria all’IA, i ragazzi che stanno ancora studiando si interrogano su cosa fare da grandi, senza che nessuno possa aiutarli a orientare le proprie scelte dato che, in 5 anni, tutto lo scenario del mondo del lavoro potrebbe essere totalmente diverso e, forse, il lavoro che vorrebbero fare non esisterà più.
Anche noi di Olojin, come tutti, ci poniamo domande e oggi più che mai l’unica risposta certa che abbiamo è: dobbiamo studiare, aggiornarci, testare, confrontarci (è anche per questo che abbiamo aumentato come mai prima d’ora la quota del nostro tempo dedicata alla formazione!).
I temi in gioco sono tanti e non riguardano solo la creatività. Come cambiano i flussi di lavoro? Come rimanere rilevanti? Quali competenze delegare?
In mezzo a tanta incertezza, l’evento Supernova Agencies, con interventi che hanno abbracciato punti di vista anche molto diversi tra loro sul futuro delle agenzie, ci ha confermato l’importanza di alcune linee che abbiamo tracciato e che continuiamo a fare nostre.
Una cosa che l’intelligenza artificiale non cambierà mai è la centralità delle relazioni umane.
Audience, consumatori, clienti, agenti, collaboratori, spettatori, ascoltatori sono e restano prima di tutto persone.
Chi sono? Cosa dirgli? Come dirglielo? Questo è il lavoro che siamo chiamati a fare.
Ci sono ancora strati profondi della nostra cultura e delle nostre emozioni che l’IA non riesce a replicare, ed è qui che il tocco umano può fare la differenza. L’unicità che contraddistingue ogni persona e ogni azienda è ineluttabile, e solo attraverso la relazione si può capire, connettere e valorizzare l’unicità.
Non solo: l’IA è uno strumento e fa ciò che noi chiediamo.
La qualità dell’output dipende dalla qualità delle richieste che facciamo, dalla qualità delle nostre idee, dalla nostra unicità (perché l’IA, per sua stessa natura, non può essere originale), ed è proprio la nostra unicità che dobbiamo coltivare.
In un panorama di algoritmi che non controlliamo, di sistemi che creano migliaia di contenuti per piacere agli algoritmi a cui li danno in pasto, di agenti che eseguono operazioni senza intervento umano, lo spazio di crescita di ognuno di noi non può che essere la relazione con l’altro e con il mondo.
Se fossimo ad una lezione di Difesa-Contro-Le-Arti-Oscure ad Hogwarts, davanti alle agenzie (grandi e piccole) di oggi, un Molliccio si trasformerebbe in “Nuovo-strumento-IA-che-sostituisce-il-mio-lavoro”.
Ecco: la formula magica per “sconfiggerlo” è la cultura della relazione.
- Se ci conosci almeno un po’ sai che questo è il momento in cui diciamo che siamo specialisti nella relazione di tra clienti e brand, attraverso la Loyalty e le Community e questo è e resterà il cuore del nostro lavoro. -
Insomma, gli spazi di confronto online cambieranno, molti strumenti che usiamo oggi evolveranno, più di un processo sarà rivoluzionato, ma se il soggetto, o meglio, l’agente del cambiamento rimarranno le persone per le persone, forse possiamo superare quel senso di disorientamento che oggi un po’ ci spaventa. E battere il Molliccio.
Sei arrivato in fondo: GRAZIE!
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