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“Strade? Dove andiamo noi non ci servono strade!”
(“Doc" Emmett L. Brown - Ritorno al Futuro parte II)
Uno dei principali leitmotiv della fiction fantascientifica di qualche anno fa è la dematerializzazione: dei processi, degli oggetti, e infine delle relazioni. E, guardando il presente in cui siamo immersi, non si può dire che la tecnologia non abbia seguito questo filone.
Pur senza androidi e ologrammi, oggi incontrarci, dialogare, conoscersi online a volte è più semplice che farlo dal vivo. Questa semplicità, tuttavia, va necessariamente a discapito della profondità e della multidimensionalità che solo un incontro fisico può avere.
È questo bisogno di tornare a una dimensione più umana, pur senza rinunciare alle comodità fornite dalla tecnologia, che ha dato vita a quello che viene chiamato Phygital marketing.
La parola nasce dall’unione di physical (fisico) e digital e rappresenta quella che è sempre stata la visione di Olojin: dare vita a strumenti e tecnologie che supportino la relazione, ma senza sostituirsi ad essa.
I mesi di lockdown ci hanno dimostrato che sono ormai poche le cose che non possiamo fare online: siamo riusciti a fare shopping, seguire conferenze, lezioni e concerti, organizzare aperitivi a distanza con gli amici, partecipare a riunioni e perfino visitare mostre d’arte. Eppure questa consapevolezza ha reso ancora più marcata la sensazione di profonda differenza tra un’azione svolta in presenza o in remoto.
Secondo un’indagine Kaspersky, durante il lockdown il 47% degli italiani ha acquisito maggiore consapevolezza con la tecnologia, e il 77% l’ha ritenuta utile per sentirsi più vicino a famiglia e amici. Ciononostante, il 55% degli intervistati ha avvertito un maggiore senso di solitudine.
Quello che vale per le relazioni umane, in Olojin lo diciamo da sempre, deve valere anche per il rapporto tra un’azienda e i suoi clienti. La presenza conta. Ecco perché una strategia di phygital marketing è oggi più che mai cruciale nella costruzione di una customer experience completa, che integri online e offline.
Creare touchpoint connessi, in ottica phygital, significa far uscire il cliente dalla bolla digitale e rendere concreto il suo rapporto con il brand, con evidenti vantaggi sul piano economico e su quello relazionale.
Le leve phygital agiscono principalmente su due livelli: quello tattico della promozione, e quello più strategico del marketing esperienziale.
Esempi di phygital marketing del primo tipo sono i coupon che, acquisiti online, vengono poi spesi offline, in una classica dinamica drive to store. Attraverso la sua piattaforma MegaDesk, Olojin utilizza i coupon da soli o inseriti in una più ampia strategia di loyalty, offrendo una grande varietà di applicazioni in connessione con altri strumenti di fidelizzazione.
Più a lungo termine agisce invece la costruzione di una customer experience che traghetti il digital sul territorio, ad esempio attraverso l’organizzazione di eventi, incontri, occasioni speciali.
A questa esigenza risponde il tool di Olojin per la gestione integrata di eventi, con registrazione online e check-in veloce tramite QR code, che si è rivelato prezioso nel velocizzare e semplificare l’organizzazione di appuntamenti in presenza anche in un contesto difficile come quello imposto dal periodo attuale.
Solo agendo in ottica omnichannel un’azienda può lavorare a una reale fidelizzazione dei propri clienti, che attraverso la cura dell’esperienza possa dare alla marca un valore che la differenzi dalle altre.
Dove andiamo noi, ovvero verso la relazione tra azienda e cliente, le strade per fortuna ci servono ancora.
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