BLOG/ #FAREMEGLIO
Ti sei mai trovato nell’imbarazzo di non sapere se chiedere un’informazione personale, con il rischio di sembrare invadente, o non chiedere nulla, col rischio di sembrare disinteressato?
Anche nel marketing è così, come nella vita: bisogna trovare l’equilibrio giusto tra chiedere troppo e chiedere troppo poco. Ma mentre nella vita è tutta una questione di sensibilità, il marketing offre qualche strumento in più.
Prima regola: chiedere il meno possibile.
Quando chiedi a un utente di creare un account, la registrazione deve essere più snella possibile.
L’utente non conosce ancora bene quali sono i vantaggi che deriveranno dalla sua registrazione e probabilmente non è propenso a cedere molti dati.
Inoltre, non ha tempo da spendere nella compilazione di lunghi form.
La soluzione ideale? Chiedere soltanto i dati fondamentali e offrire anche la possibilità di registrarsi con un semplice clic attraverso Facebook o Google connect.
Seconda regola: chiedere (e offrire) un po’ di più.
In questo modo, abbiamo risolto il problema di sembrare troppo invadenti. Ma come conciliare questa esigenza con quella di conoscere e profilare il proprio pubblico?
L’utente dovrebbe offrire i propri dati senza essere costretto a farlo. Meglio evitare, dunque, di precludere alcuni servizi a chi non completa i propri dati. Si può piuttosto offrire un vantaggio in più a chi lo fa, come punti loyalty o coupon.
È il principio della profilazione progressiva. È l’utente a scegliere quanti e quali dati concedere. Più lo farà, più sarà ricompensato.
LEGGI ANCHE