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Dagli smartphone alla conquista delle passerelle. Non stiamo parlando di nuove top model scoperte su Instagram, ma delle emoji che hanno conquistato stilisti e fashion designer di tutto il mondo.
Da Chanel a Versace sono molti i top brand della moda che hanno preso ispirazione dalle emoji per rendere ancora più contemporanee le loro collezioni.
Karl Lagerfield, il genio creativo di Chanel, le ha rivisitate per la collezione autunno/inverno 2016 proponendo capi e accessori che sono diventati dei cult grazie a una stampa emoji su gonne leggerissime, camicie e accessori. E c’è di più: Monsieur Karl ha ideato gli EmotiKarl, una propria linea di emoji disponibile su App Store e Google Play per esprimere fashion pensieri ed emozioni.
Ci sono poi stilisti di accessori che hanno raggiunto la fama proprio grazie alle emoji, come la britannica Anya Hindmarch che nel 2015 ha presentato una collezione di borse dedicata alle faccine e nella sua ultima collezione invernale si è ispirata ancora a loro per creare lunghi cappotti in maglia con gli smiley di pelliccia applicati alle tasche.
Anche la Maison Versace ha fatto tendenza: con un approccio ironico e insolito, ha deciso di “dissacrare” l’iconica medusa simbolo del marchio per trasformarla in una faccina dalle molte espressioni da usare come emoji.
Kim Kardashian è stata tra le prime celebrities a lanciare “Kimoji”, il proprio pack di emoji in continuo aggiornamento. La cantate e stilista Gwen Stefani le ama talmente tanto che applica quelle adesive su molti suoi capi d’abbigliamento. Katy Perry si è tatuata delle piccole emoji sui piedi e tra i teen ager impazzano i tattoo temporanei.
Dai red carpet allo street syle il passaggio è breve: questo fervore creativo ha naturalmente influenzato la moda più accessibile e oggi, da Etsy agli store fisici, impazzano outfit o accessori con le emoji protagoniste, anche rappresentate a 8 bit per dare un tocco vintage al look.
Non è finita qui: le emoji sono sbarcate anche al museo, e che museo! Il Moma di New York sta dedicando una mostra al set delle prime 176 emoji della storia, ideate dalla Nippon Telegraph and Telephone nel 1999. “Inbox: The Original Emoji” durerà per tutto il 2017, l’allestimento prevede grafiche e animazioni che collegano i simboli con la nuova generazione di emoji.
Il processo di introduzione di nuove emoji non è così semplice perché devono essere simboli con una valenza universale. Esiste un organismo, la Unicode Consortium, che si preoccupa di creare standard e approvare l’introduzione di nuove immagini. Finora ne ha riconosciute 1800. L’approvazione di nuovi disegni o la sostituzione dei precedenti è comunque sempre occasione di dibattito, come quando Apple ha suggerito di sostituire il revolver con un’innocua pistola ad acqua nella versione 10 di iOs e Google ha proposto le emoji per la parità dei sessi. Provate a controllare nei vostri smartphone…
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